Verso il Social Football Summit: intervista a Ivan Ortenzi e Nicola Puglisi

Manca poco all’edizione 2019 del Social Football Summit, unico evento italiano dedicato alle dinamiche del
marketing, del social media communication e dell’innovazione del modello di business del prodotto Calcio di
cui Bip è Innovation Partner per il secondo anno consecutivo. Intervistiamo i colleghi di Bip artefici di questa
collaborazione, Ivan Ortenzi e Nicola Puglisi, che hanno curato la progettazione dell’Innovation Stage.

L’Intervista a Ivan Ortenzi e Nicola Puglisi

Ivan, da sempre supporti le aziende per interpretare le innovazioni del mercato e cambiare il loro
modello di business. Lo sviluppo tecnologico sta veramente cambiando il calcio? Quali aree sono
interessate e come?

La risposta è Sì. E c’è una data ben precisa che potrebbe rappresentare una svolta verso il “prodotto calcio”: il 2024. Ma questo non è l’unico trend dirompente che il calcio sta affrontando e che non possiamo ignorare. Per esempio il VAR è sicuramente uno dei processi di “Digital Transformation” del modello di business del calcio che testimonia un nuovo approccio alla tecnologia nel mondo del calcio. È ipotizzabile pensare che la tecnologia progressivamente stia “uberizzando” il contenuto video disarticolando le catene distributive del prodotto, così da richiedere alle aziende di questa industria di estere il modello di business passando attraverso nuovi segmenti verticali, esempio fashion o retail, o nuovi segmenti orizzontali, calcio femminile, altri mercati o gli-esports. 
La tecnologia disintermedia anche le tradizionali catene del valore modificando il rapporto tra domanda e offerta. Basta chiedere ai giovani appassionati di calcio e di sport le loro preferenze e la risposta sarebbe articolata tra sport analogico e E-Sport con buona luce per V-gamer estendendo il concetto di competizione e  di interpreti della competizione. La costruzione di una vera e nuova tribù di tifosi distribuita nello spazio digitale e non solo fisico.
Per poter vincere questa sfida le aziende del settore, le squadre devono ragionare e considerarsi non più come aziende del settore dell’intrattenimento sportivo ma come delle “Extended Experience Company” con nuove aree di attività, di business e di innovazione dello stesso modello di business.

Per il secondo anno consecutivo Bip è Innovation Partner del Social Football Summit. Nicola, quali sono i
vostri obiettivi?
Essere “on the edge” fa parte del DNA di Bip e per questo non potevamo che supportare un’iniziativa di frontiera come il Social Football Summit fin dalle sue origini. Essere parte di questo progetto significa essere presenti e contribuire ad aumentare le opportunità di crescita di un mercato ad altissimo potenziale grazie alla nostra expertise. Un valore che la società Social Media Soccer ha riconosciuto affidandoci questo ruolo di partner strategico con un focus sui temi di innovazione.
Il nostro obiettivo è da sempre quello di delineare le nuove traiettorie di evoluzione dei modelli di business e supportare le aziende che in questo processo sono i giocatori in campo. Lo abbiamo fatto nell’edizione 2018 con il keynote di Ivan Ortenzi sull’innovazione del BM del calcio e nuovamente quest’anno per progettare un intero stage dedicato: l’Innovation Football Summit.
Ma c’è anche una visione che accomuna le nostre due realtà e cioè l’idea di costruire un evento che parlasse al mondo del calcio con un punto di vista strategico, innovativo, con l’obiettivo di renderlo un punto di riferimento sul panorama mondiale al pari del SoccerX di Miami e del World Football Summit di Madrid.

Nicola, secondo te le società di calcio come possono sfruttare le competenze di una società di consulenza
come BIP nel processo di digital change?

I club sportivi e tutte le società che orbitano nel settore del calcio professionistico hanno a loro disposizione molte opportunità di estensione e innovazione del proprio modello di business. 
Per fare questo e per gestire questi nuovi processi sono però richieste competenze altamente specifiche oltre che una visione più ampia al mercato e ai consumatori-tifosi. Penso ad esempio ai temi di raccolta e gestione dei dati in tutte le fasi, preparazione – partita – engagement, che comportano nuove infrastrutture tecnologiche, nuovi modelli di cybersecurity, in particolare per le società quotate che dovranno integrare strategie di brand protection e brand reputation, ma anche nuove strategie di marketing innovativo per la gestione dei prodotti e servizi.
Essere stati riconfermati come Innovation Partner di questo evento testimonia il riconoscimento alla nostra società dell’autorevolezza su questo tema, risultato di più di due anni di lavoro insieme ad Ivan. Le società di calcio hanno bisogno di fare proprie le opportunità, ma anche le minacce, che le dinamiche digitali pongono nel settore, nella costruzione del vantaggio competitivo e nella definizione delle nuove strategie. Come spesso dice Ivan nelle sue docenze o eventi corporate, dobbiamo aiutarle a compiere la metamorfosi digitale, e per questo abbiamo lavorato, con anche il supporto della strategist Francesca Iannibelli, alla definizione strategica e l’approfondimento di questa industry in ogni sua dimensione, fisica e digitale. Elaborare e definire le caratteristiche e gli elementi delle strategie di marketing e di nuove aree di business sui nuovi canali e spazi come gli E-games, ridefinire l’esperienza allo stadio capitalizzando i dati per elaborare nuovi servizi e comprendere i nuovi canali di distribuzione dei contenuti.

Ivan, il tuo keynote di apertura si intitola “2030: Mondo Football” ma come cambierà questo sport nei
prossimi 10 anni e più? Quali saranno le prossime frontiere da raggiungere?
Una cosa è certa: le regole della sopravvivenza tra trasformazione e metamorfosi dei modelli di business valgono inevitabilmente anche per il calcio. Basti pensare che le tecnologie di robotizzazione, virtualizzazione e di gioco simulato un giorno potranno sostituire la forma umana del gioco del calcio o in alcune delle sue parti. Nel Regno Unito è stato già sperimentato l’utilizzo di Alexa allenatore in panchina per supportare le scelte sul cambio dei giocatori sulla base dell’analisi dei dati di gioco incrociati con quelli raccolti in fase di allenamento. Anche processi come la segnalazione del fuorigioco potranno facilmente essere sostituiti da telecamere che consentano ad un motore di IVS e machine learning di segnalare l’irregolarità, evitando in alcuni casi simpatiche dispute sportive.
Tutte queste dinamiche sono trainate da una logica. Una logica difficile da comprendere appieno da chi si definisce “tifoso”. E lo scrivo io che dall’età di 6 anni provo un amore viscerale, irrazionale e passionale per questo sport e per la mia squadra che non è solo del cuore ma pervade la vita quotidiana, un costante retropensiero. Ma come studioso e professionista dell’innovazione dei modelli di business devo obbligatoriamente astrarmi per poter valutare il prodotto calcio alla luce delle regole proprie del business e dell’evoluzione del suo modello. Ovvero fatturato, margine, quota di mercato, fidelizzazione, performance e ritorno per gli azionisti.
Le aziende del settore calcio sono caratterizzate da un fattore unico, il grado di ingaggio e di fedeltà dei tifosi.
La sfida è quella di sviluppare questo dato in quote di fidelizzazione e di esperienza non solo sportiva ma anche commerciale, valoriale, comunicazione e d’appartenenza. Ragionare quindi in termini di touchpoint, di tipologie di interazione, di iniziative specifiche e campagne di caring, cross e up selling, loyalty e profilazione. Rimarcando ancora una volta l’importanza della raccolta, gestione e utilizzo dei dati nelle differenti forme e fonti. Ho cercato di sintetizzare tutto questo in un #Hashtag : #ilcalciononesolounosport , sempre presente nei miei interventi divulgativi e formativi sulla materia innovazione nel mondo dello sport e in particolare nel calcio. Il calcio non può essere impermeabile ai cambiamenti esterni dei suoi consumatori e dei suoi competitor.

La partnership con SFSRoma2019 e l’innovazione tecnologica nei settori del diritto: l’intervista a Marco Martinelli

L’Intervista all’avv. Marco MArtinelli

Buongiorno Marco, grazie per essere qui con noi oggi. Come abbiamo recentemente annunciato, lo Studio Gianni, Origoni, Grippo, Cappelli & Partners è Innovation Legal Partner della II edizione del Social Football Summit. Partendo proprio da uno dei focus dell’evento, nell’era della digital transformation, oggi, che ruolo ricopre la figura professionale dell’avvocato?
L’innovazione digitale riveste oggi un ruolo centrale nel lavoro dell’avvocato, chiamato a sviluppare le competenze necessarie a rispondere alle esigenze provenienti da una nuova industria in piena crescita, legata al mondo della tecnologia e alle start-up, ma anche dai nuovi modelli di business e digitalizzazione adottati dall’industria, per così dire, “tradizionale”, in seguito all’espansione delle nuove tecnologie. In particolare, l’avvocato di oggi deve accompagnare al rigore tecnico e all’estrema competenza, anche una grande padronanza dei nuovi mezzi di comunicazione, maggior flessibilità e capacità di intuizione.

Perché lo Studio Gianni, Origoni, Grippo, Cappelli & Partners ha scelto di essere “Innovation Legal Partner” del Social Football Summit?
Lo Studio ha già da tempo colto la sfida rappresentata dall’innovazione tecnologica in tutti i settori del diritto, offrendo le competenze maturate dai propri professionisti al servizio del settore digitale e dell’entertainment. Anche il mondo dello sport e, in particolare, la football industry sono interessati da profonde trasformazioni legate all’innovazione tecnologica che determinano a loro volta la nascita di nuove questioni legali da affrontare nel più breve tempo possibile. In questa prospettiva, lo Studio, peraltro dotato di un focus team dedicato al diritto sportivo, è in grado di rispondere alle continue e peculiari esigenze emergenti in relazione alle predette trasformazioni. Gli eSports, quale vera e propria nuova frontiera dello sport, rappresentano certamente la sintesi privilegiata delle nuove questioni legali del diritto sportivo.

Quali sono le prossime sfide legali che il mercato degli eSports italiano dovrà affrontare?
La principale sfida per gli eSports, a livello internazionale ed italiano, è la necessaria regolamentazione del settore che dovrà porre un freno alla frammentazione e all’incertezza ad oggi vigenti al fine di garantire l’uniformità indispensabile per sviluppare appieno le enormi potenzialità di diffusione e di business raggiungibili dal relativo settore. Sotto questo profilo, un punto di partenza è l’apertura dell’UEFA e della FIGC al mondo degli eSports calcistici con la formazione delle selezioni nazionali che prenderanno parte a UEFA eEURO 2020, torneo e-sportivo parallelo agli europei di calcio. L’auspicio è che all’annuncio recentemente apparso sulla stampa di un’indagine promossa dal CONI sull’opportunità di riconoscere formalmente gli eSport segua al più presto un effettivo atto di inquadramento, quantomeno con riferimento a quelli in grado di dimostrare il rispetto dei valori olimpici.

A questo proposito, è già possibile immaginare come gli eSports potranno essere riconosciuti?
Sull’inquadramento degli eSports nell’ordinamento sportivo nazionale sono due le proposte allo studio: una prima, di più immediata realizzazione, vorrebbe che ciascuna federazione sportiva riconoscesse gli eSports ‘di competenza’
(ad esempio, la FIGC gli eSports calcistici, la FITA quelli di combattimento, la FIDS quelli di danza, ecc.). Tale opzione però rischierebbe di creare ulteriore frammentazione nel settore degli eSports, indebolendone peraltro la forza complessiva. Senza considerare il fatto che le Federazioni Sportive potrebbero non avere titolo a effettuare tale riconoscimento e che la larghissima parte degli eSports non è riconducibile a sport esistenti; una seconda proposta sarebbe, invece, quella di creare una Federazione Sportiva ad hoc sotto l’egida del CONI e, in attesa di un più ampio e diffuso riconoscimento degli eSports, anche a livello internazionale, inquadrarli come Disciplina Sportiva Associata, come già avvenuto per le altre discipline sportive relativamente ‘nuove’ (si pensi alla FIPT o alla FIPAP, rispettivamente, per la Palla Tamburello e per la Palla Pugno) o per quelle prive di una componente atletica preponderante (si pensi alla FSI per gli scacchi, alla FID per la dama ovvero alla FIGB per il bridge). Il tema si presenta alquanto ‘caldo’ e lo approfondiremo assieme a tutti i relatori il 21 novembre nel corso della giornata dedicata all’Innovation Football Summit.

Il calcio dal vostro punto di vista è ancora un mercato profittevole?
Il calcio è tutt’ora il cuore pulsante dell’industria sportiva europea ed italiana dell’intrattenimento,
un’insostituibile passione che lega milioni di persone nel mondo e che ha suscitato l’interesse di numerosi e diversi investitori a livello globale, dagli Stati Uniti alla Cina, passando per gli Emirati Arabi. In più, la tecnologia e l’innovazione stanno oggi trasformando il calcio ad una velocità mai vista prima, sia all’interno del rettangolo di gioco (basti pensare al VAR), che al suo esterno (una vera e propria rivoluzione tecnologica che ha investito gli stadi, i centri di allenamento, la raccolta ed elaborazione dei dati per l’analisi tecnica e tattica delle prestazioni, nonché per le attività di scouting dei giocatori).
Il fenomeno calcistico degli eSports si inserisce, dunque, nell’ambito di un settore in pieno fermento
ed evoluzione e può essere un ulteriore traino di sviluppo del calcio sia dentro che fuori dal campo in un rapporto di crescita simbiotica (come testimoniano i recenti investimenti effettuati da attori del mondo del calcio nel settore degli eSports).

Raccontaci tre motivi per partecipare al Social Football Summit.

  1.  Un ineguagliabile panel di esperti provenienti dal mando del calcio, della tecnologia, della comunicazione e, non ultimo, legale;
  2. Un’occasione di confronto unica  sull’evoluzione della football industry sotto l’influenza dell’innovazione tecnologica;
  3. Il grande sfondo rappresentato dalla Città di Roma, e dallo Stadio Olimpico in particolare, che dimostrano l’estrema importanza dell’evento, unico nel suo genere.

Ci vediamo a Roma per il #SFSRoma2019!

La partnership con SFSRoma2019 e le sfide legali negli e-Sports: l’intervista a Luca Pardo

L’Intervista a Luca Pardo

Buongiorno Luca, grazie per essere qui con noi oggi. Come abbiamo recentemente annunciato, lo Studio Legale Internazionale Ontier Pardo Vicenzi è Innovation Legal Partner della II edizione del Social Football Summit. Partendo proprio da uno dei focus dell’evento, nell’era della digital transformation, oggi, che ruolo ricopre la figura professionale dell’avvocato?
L’avvocato del terzo millennio si trova già oggi, e si troverà sempre più domani ad operare in ambiti in cui la digitalizzazione e l’intelligenza artificiale stanno cambiando radicalmente la professione. Questi cambiamenti avverranno in tempi brevi. Occorre essere ben preparati. L’avvocato del futuro dovrà avere visione globale, preparazione eccellente con attitudine ad affrontare tematiche complesse, e competenza tecnologica per poter essere al fianco del cliente del futuro.

Perché lo Studio Ontier Pardo Vicenzi ha scelto di essere “Innovation Legal Partner” del Social Football Summit?
Ontier Pardo Vicenzi crede che la materia innovazione tecnologica ed e-Sports siano da studiare approfonditamente, anche dal punto di vista legale e globale. Pensiamo all’attenzione attuale sui c.d. e-Sports e ad organizzazioni come la Electronic Sports League (ESL), oppure a società come la Major League Gaming (MLG), che promuovendo rispettivamente competizioni su computer e su consolle hanno consolidato la disciplina in Europa ed in Nord America; alla Corea del Sud, dove già nel 2000 è nata la Korean E-Sports Players Association (KeSPA); a tutte le manifestazioni di livello competitivo già esistenti come, ad esempio, i World Cyber Games, conosciuti anche come “Olympic Games”, la Electronic Sports World Cup, o le World Series of Video Games. Dal punto di vista legale è un tema nuovo su cui, come dicevamo prima, occorrerà avere visione e competenza globale.

Quali sono gli obiettivi che lo Studio si pone di raggiungere nel breve ma anche nel lungo periodo nella consulenza sul diritto dell’information technology e dell’entertainment soprattutto legato agli E-Sports?
Il nostro obiettivo, a livello globale, è quello di consolidare forte competenza professionale sul tema e-Sports e sviluppare capacità di interpretare correttamente le sfide legali che la materia comporta.

Il calcio, dal vostro punto di vista, è ancora un mercato profittevole?
È innegabile che il calcio, oltre a rappresentare una passione condivisa da milioni di persone e a fungere da collante tra le generazioni, sia espressione di un vero e proprio settore imprenditoriale. Le attività core delle società calcistiche vanno senz’altro oltre il “rettangolo di gioco”. Anche in questo settore, però, l’innovazione tecnologica ed infrastrutturale dovrà essere presa in seria ed attenta considerazione, se si vorrà posizionare il comparto calcio italiano fra i più evoluti ed attrattivi del mondo.

Raccontaci tre motivi per partecipare al Social Football Summit.

  1. Riconoscere l’essenziale importanza della rivoluzione digitale e delle sfide che ne conseguono;
  2. Approfittare di una occasione unica per osservare, da una posizione privilegiata, come lo sport più popolare al mondo affronta il tema dell’innovazione;
  3. Ascoltare interventi di oltre 60 top speaker, beneficiare della presenza delle principali società sportive ed operatori del settore tecnologico, così da essere per due giorni a Roma, nella capitale mondiale del calcio.

Ringraziamo Luca Pardo, socio fondatore dello studio legale Ontier Pardo Vicenzi per la sua disponibilità e il suo contributo.

Ci vediamo a Roma per il #SFSRoma2019!