Women in Football Leadership, la seconda puntata del Café dedicata al calcio femminile

Continua RoadToSFS21, il percorso di avvicinamento al Social Football Summit con una serie di eventi satellite

Dopo il debutto di mercoledì scorso con la prima puntata “1 anno di Pandemia: il recovery plan del calcio”, il format di live monotematiche Social Football Café continua con una puntata interamente dedicata al calcio femminile intitolata “Women in Football Leadership” che vedrà protagonista Rebecca Corsi vicepresidente del neopromosso Empoli FC e presidente della sezione femminile dei toscani, ovvero l’Empoli Ladies. Insieme a lei Francesca Buttara la responsabile relazioni istituzionali e comunicazione della Lega Pro oltre a Emanuela Perinetti di Sport Dots.

Da diversi anni il calcio femminile è in netta ascesa ed inizia ad affacciarsi sempre di più ad un pubblico più ampio. Nella stagione di Serie A che terminerà a breve sono stati infatti registrati gli indici più alti di ascolti in tv su Sky con le partite da record Juventus – Fiorentina che ha fatto registrare 135K spettatori medi e Milan – Juventus con 127K spettatori.

Un effetto a coda lunga cominciato con la spettacolare avventura della Nazionale femminile al Mondiale di Francia, un evento che in Italia ha attratto ben 24,4 milioni di spettatori in tv.

Anche i numeri del Report Calcio redatto da FIGC e PwC esprimono un segnalo positivo con l’aumento dei tesseramenti nel calcio femminile aumentato del 46,6% (passando da 18.854 a 27.644).

A coronare poi questa crescita graduale poi, c’è il passaggio allo status di professioniste per le atlete che avverrà dalla stagione 2022 – 2023.

Per approfondire queste e altre tematiche riguardanti il movimento del calcio femminile e i ruolo delle donne nel calcio, l’appuntamento è fissato per la seconda puntata del Social Football Café mercoledì 12 maggio dalle ore 14:30 alle 15.

cover Social Football Café 2021 con tazza di caffè

Per seguirà la live basterà collegarsi sull’account Facebook ufficiale di Social Football Summit e dei nostri media partner.

 

cover con Marcel Vulpis e Andrea Di Biase 1 anno di pandemia, recovery plan del calcio

1 anno di pandemia: il recovery plan del calcio

È cominciata la seconda stagione del Social Football Café con una discussione tra nuovi format per le competizioni, mancanza di liquidità dei club, nuovi business model e aiuti arrivati dalle istituzioni

A causa della pandemia globale l’anno appena trascorso ha concentrato al suo interno addirittura due stagioni sportive per quanto riguarda le maggiori competizioni nazionali di calcio, stravolgendo le abitudini dei tifosi ai quali non è più concessa la presenza allo stadio come misura per contenere il contagio

Quest’ultimo fattore, l’assenza del pubblico, più di altri ha fatto sprofondare i club di calcio in una crisi economica senza precedenti. Senza la possibilità di attingere alle tradizionali fonti di ricavo del ticketing e del matchday, i club si sono ritrovati privi di liquidità.

In questo scenario è andata in onda la prima puntata del Social Football Café intitolata proprio “1 anno di pandemia: il recovery plan del calcio”. Si tratta della seconda stagione del format organizzato da Social Media Soccer, dopo la prima edizione cominciata proprio ad aprile, durante il periodo di lockdown.

Nella prima puntata del percorso di live monotematiche e altri eventi satellite denominato “Road to SFS21” hanno partecipato il vicepresidente vicario di Lega Pro Marcel Vulpis, il senior partner di Calcio e Finanza Andrea Di Biase e Francesca Iannibelli di BIP.

Gli ospiti della prima puntata del Social Football Café si sono espressi su diverse questioni, dalla necessità di un nuovo format per le competizioni europee e nazionali, la mancanza di liquidità dei club che comporta ritardi nei pagamenti degli stipendi, ai nuovi business model per le squadre di calcio passando per quelle che sono state le misure adottate fino ad oggi da leghe, federazioni e governi per salvare questo sport.

“Un periodo di transizione dalla crisi ad una condizione normale che non è ancora finito. Tutti sono in crisi acuta, anche i club di Serie A. Ci sono tante società che non sono riuscite a pagare gli stipendi nonostante le deroghe ai regolamenti federali. Situazione ancora molto complicata che riguarda proprio la liquidità, ovvero la capacità di avere in cassa soldi per provvedere ai propri impegni”.

È questo il concetto che ha espresso all’inizio della puntata Andrea Di Biase di Calcio e Finanza.

“Il governo ha messo a disposizione i prestiti garantiti ai quali hanno fatto richiesta pochi club di serie A che hanno scelto di finanziarsi in maniere differenti. Quando finirà questa stagione servirà nuova cassa per finanziare la prossima. Se non ci si muove come organismo unico, ci saranno grandi rischi”.

Le parole di Di Biase fanno riferimento a quanto accaduto negli ultimi mesi ma soprattutto nelle ultime settimane in cui la discussione è stata caratterizzata dalla Superlega e dagli investimenti che sarebbero arrivati da un fondo di private equity dopo una parziale acquisizione della media company creata da Lega Serie A

“Il miliardo e 7 della media company avrebbe tamponato le esigenze di un anno dei club ma anche lì le società non sono state unite ma divise. Prima di riprogettare il modello di business, devono essere risolte le falle create dalla crisi. Purtroppo, ognuno lo vuole fare guardando ai propri interessi nel breve termine”.

Quindi, una delle idee emerse è quella di adottare una visione di insieme più orientata al medio periodo. Secondo il vicepresidente vicario della Lega Pro Marcel Vulpis invece, la priorità è tornare in tempi rapidi quantomeno al business model dell’era pre-Covid, quello incentrato sui ricavi da stadio e le sponsorizzazioni, perché azionisti e proprietari dei club stanno soffrendo troppo la crisi che ogni giorno grava sempre di più sulle loro spalle.

L’esempio calzante in questo senso è proprio la Lega Pro che a differenza di altre leghe e categorie maggiori, percepisce un valore minore nella vendita dei diritti audiovisivi.

“Per noi è centrale la riapertura degli stadi quanto prima. Biglietteria e sponsorizzazioni devono tornare ad essere le voci principali dei nostri club” ha ribadito Vulpis.

Lo stesso che ha evidenziato la necessità di far tornare centrale la figura del tifoso nella strategie delle aree marketing e comunicazione dei club.

Questo concetto ha attivato una domanda proveniente da uno spettatore della puntata. Fasce di prezzo dei biglietti per le partite che secondo gli ospiti saranno destinate a crescere in futuro, anziché ridursi.

“I prezzi dei biglietti saliranno. Secondo me sarà questa la tendenza futura, ovvero lo stadio come un luogo di privilegiati, perché le sponsorizzazioni si caricano nei propri impianti adibiti ai match di campionato e quindi i posti saranno destinati a sponsor e ai clienti con cui un club fa business, aumentando la cifra dei pochi posti disponibili per gli altri. Uno scenario che avverrà meno nelle leghe inferiori” ha spiegato Andrea Di Biase.

Una visione importante se si considera la voglia di tornare allo stadio di molti tifosi mista all’ansia di occupare un luogo affollato dopo il periodo post pandemico. In tutto ciò vanno prese in considerazione le misure restrittive necessarie almeno nella prima fase di rientro allo stadio.

Nel finale invece, si è discusso di aiuti da parte delle istituzioni e recovery plan. Qui Marcel Vulpis ha parlato della realtà che rappresenta da gennaio:

“Per quanto riguarda la Lega Pro stiamo chiedendo da due decreti una linea di rimborso per le spese obbligatorie che hanno avuto i club ad esempio con i tamponi, una linea da circa 10 milioni di euro.

Sempre sul tema della liquidità è stato attivato il fondo sostegno calcio partito fa FIGC e che ha coinvolto Lega B e Lega Pro con mutui di liquidità fino a 500.000 euro per quest’ultima lega. Poi c’è stato il credito di imposta sulle sponsorizzazioni nel 2020 e forse anche nel 2021, che rappresenta una possibile entrata di 90 milioni di euro. Per questo dico che gli interventi ci sono stati”.

Vulpis è intervenuto anche sul tema burocrazie italiana e recovery plan: “Noi siamo più lenti degli altri mercati, dobbiamo essere più attraenti e rapidi”.

Ma anche: “Se il calcio viene vissuto come un’industria, allora può anche essere logico che ci siano dei finanziamenti a carattere pubblico. Chiaramente devono avere una loro destinazione e deve esserci una certa progettualità.

Prossima puntata del Social Football Café mercoledì 12 maggio dalle 14:30 alle 15: Women in Football Leadership con grande spazio al movimento del calcio femminile insieme a Rebecca Corsi – Vicepresidente Empoli FC e Presidente Empoli Ladies, Francesca Buttara di Lega Pro ed Emanuela Perinetti di Sport Dots.

Tom Vechy Vecsernyes

Come collegare i fan con le star del calcio durante la pandemia. Conversazione con Tom Vechy Vecsernyes

Abbiamo intervistato il CEO di Seyu, la startup che grazie alla tecnologia ha trovato un modo per far sentire allo stadio i tifosi che per qualsiasi motivo non possono esserci

Ciao Tom, piacere di conoscerti e grazie per il tuo tempo.

Per iniziare a sciogliere il ghiaccio, vorrei che parlassi di quello che fa Seyu e da dove hai tratto l’ispirazione iniziale per avviare un progetto del genere. Sei un fan, ami lo sport?

Sì, sono un grande appassionato di sport. Il calcio fa parte della mia vita da quando avevo sette anni e per fortuna è rimasto tutto ancora invariato.

In Seyu aiutiamo i fan a connettersi con le star dello sport più amate e a mostrare il loro sostegno, la devozione che hanno verso il club grazie alle loro foto che arrivano da qualsiasi parte del mondo attraverso un canale-piattaforma-moderato (!). Tutto questo avviene in tempo reale durante gli eventi.

Dall’altra parte, aiutiamo chi possiede diritti commerciali e i club, ad attingere al potere di spesa dei fan che sono in remoto, oltre a estendere le possibilità di marketing e grazie alla raccolta dei dati dei fan.

La mia ispirazione iniziale e ancora oggi quella di Seyu, è che siamo in grado di fornire a milioni di fan una “seconda” alternativa per guardare una partita dal vivo allo stadio. Ci sono milioni di tifosi nel mondo che potrebbero non avere mai l’opportunità o i mezzi finanziari per viaggiare e andare alle partite della loro squadra, mentre i nostri partner con l’aiuto di Seyu forniscono loro un’esperienza euforica che rende i loro sentimenti di appartenenza ancora più forti.

Quindi Seyu unisce le star con i propri tifosi e la community che li segue. Come è cambiata allora l’attività di Seyu durante la pandemia, con gli stadi chiusi e senza manifestazioni sportive?

CD Leganés - Sevilla FC_Copa del Rey_giant screen_16.01.2021

Devo dire che siamo stati colpiti duramente, proprio come tutti gli altri immagino. Pensa che dovevamo debuttare in Bundesliga ad aprile, un passo enorme su cui abbiamo lavorato duramente per molti anni, ma poiché il campionato è stato fermato, la stessa sorte è toccata al nostro debutto.

Abbiamo fatto un respiro profondo e abbiamo ripensato a cosa fare, abbiamo adeguato il nostro modello di business (B2B2C) e ci siamo aperti al mercato globale.

Abbiamo pensato, perché no, la nostra soluzione può essere installata e gestita da remoto, in questo modo non dobbiamo viaggiare da nessuna parte, quindi possiamo fornire il nostro servizio nella Puskas Arena con la stessa facilità con cui potremmo farlo allo Stadio Olimpico.

Nel 2020 ci siamo assicurati grandi partnership, dandoci una portata globale e posizionandoci nel miglior modo possibile per la fase di restart dell’industria dello sport. Nella seconda metà del 2020 stavamo già ricevendo molta più attenzione da parte degli operatori del settore rispetto a prima e questa attenzione si è trasformata in reali opportunità di business per il 2021.

Negli ultimi quattro mesi abbiamo debuttato nel campionato di rugby britannico (Wasps – Vodafone), in EFL Championship (con lo Sheffield Wednesday), LaLiga (RC Celta, CD Leganés – Mercedes-Benz), basket tedesco (Löwen) e pallavolo italiano (NBV Verona) e siamo stati inseriti nella Top 3 dell’European Sponsorship Award (categoria ‹€ 1m).

Insomma, da una situazione di difficoltà ne avete trattò l’occasione per rilanciarsi meglio di prima, ma cosa vedi tra i rischi di un’attività come la tua, e più in generale delle startup che lavorano nel mondo dello sport?

Il rischio principale per le aziende innovative come Seyu, secondo me, è la mancanza di risorse nei club e nelle organizzazioni sportive, cosa che non permetterebbe a questi soggetti di avere la capacità di condurre alcune attività sulla strada della digitalizzazione, l’altro rischio sarebbe se Internet si chiudesse per sempre.

In Europa c’è poco coinvolgimento delle startup da parte delle società sportive, soprattutto in Italia secondo me. La gestione dell’esperienza utente viene ancora eseguita con metodi tradizionali. Lo pensi anche tu? Cosa bisogna fare per cambiare questa mentalità?

CD Leganés - Sevilla FC_Copa del Rey_16.01.2021

Credo che ci siano alcune grandi cose portate alla luce dai club italiani e ovviamente ci sono club con più “potenza di fuoco” quando si tratta di implementare modi innovativi per interagire con i propri fan. Ma questo vale in tutto il mondo. Penso che anche i club più piccoli abbiano un’opportunità unica, in base alle dimensioni della loro struttura, di superare alcuni dei grandi su alcuni fronti, semplicemente perché sono più agili, più facili da muovere come un giocatore veloce tra i lenti, molto più rapido dei difensori robusti in campo.

Ci sono molte soluzioni convenienti e finanziariamente vantaggiose sul mercato ora, come Seyu, che può aumentare immediatamente i loro ricavi e aiutarli a mantenere gli sponsor felici. Wasps rugby e CD Leganés hanno mostrato a Vodafone e Mercedes-Benz che possono portarli davanti ai loro fan anche con uno stadio chiuso. Seyu ha raggiunto finora col club spagnolo il numero di fan equivalente a sette partite sold-out allo stadio di Butarque. A proposito, siamo felici di collaborare anche con i club di Serie A e B, abbiamo appena ampliato la nostra squadra con un membro del team di lingua italiana.

Vorrei sentire la tua opinione sulla situazione attuale dell’industria sportiva. Cosa ne pensi se ti dico fan del futuro e fan engagement negli stadi in futuro? Quando sarà possibile, ovviamente.

Mi piacerebbe davvero andare a una partita in questo momento, mi manca così tanto.

Sono certo che l’industria sportiva dovrà imparare a far fronte al mondo cambiato. Sicuramente in futuro ci saranno nuove regole da rispettare negli stadi e ci saranno milioni di tifosi che ci penseranno due volte prima di entrare in uno stadio gremito.

La pandemia ha accelerato la necessità di digitalizzazione presso i dipartimenti commerciale e marketing dei club. Non vi è alcuna garanzia che in futuro non si verificherà un altro focolaio di virus. Nello sport le piattaforme commerciali digitali rappresentano solo l’8-9% di tutte le risorse commerciali, eppure nel 2020 sono stati spesi oltre 325 miliardi di dollari in pubblicità digitale a livello globale, si prevede che questo numero raggiungerà 389 miliardi di dollari nel 2021.

I fan del futuro saranno segmentati nell’arena digitale con offerte personalizzate nel momento più adatto della giornata attraverso i loro canali preferiti.

Potranno godersi le partite negli stadi (quando potranno viaggiare alle partite della loro squadra preferita) grazie all’atmosfera e godersi le partite a casa o nei pub tramite la realtà virtuale e tutte le altre esperienze di second screen mentre si è in contatto con altri fan in tutto il mondo.

Grazie Tom, hai offerto delle risposte molto interessanti. Il team del Social Football Summit ti augura un ottimo lavoro per questo 2021!

 

Sostenibilità e Smart Arenas nel mondo della Football Industry

Essere smart oggi per uno stadio vuol dire essere centrale e vivibile tutta la settimana per i cittadini, oltre ad essere fornitore di energie rinnovabili.

Nell’ultimo panel della seconda giornata del Social Football Summit 2020 spazio all’argomento sostenibilità e il mondo delle Smart Arena, concetto fondamentale e centrale nella Football Industry del futuro.

Come speaker del panel “Energy e Smart ArenasFabio Bandirali di Sportium, Roberto Martino di Gewiss, Jason Stone di Kraft Sports, Riccardo Amoroso di ENEL X e Dino Marcozzi di MOTUS-E.

Bandirali, il CEO di Sportium impegnato nel progetto del nuovo stadio della città di Milano per Inter e Milan, ha tracciato la visione di questo progetto ma anche delle idee in generale della sua azienda:

“Lo stadio è il motore di centrificazione per quella che è la popolazione che abita nei pressi dello stadio. Il nostro modello è molto in linea con quello che vediamo all’estero, come nell’esempio dello stadio di Berna o l’Amsterdam Arena dell’Ajax, ma anche tanti progetti, una cinquantina circa fatti per la Bundesliga”.

La centralità dello stadio e la vivibilità di questi spazi è stata sottolineata anche da Roberto Martino, citando il caso dell’Atalanta e dello stadio di cui Gewiss detiene i naming rights.

Gli stadi del futuro devono anche essere utili per creare energie rinnovabili dai rifiuti per svolgere la funzione energetica per il quartiere in cui sono localizzati. Secondo quanto riportato dall’esperienza americana di Stone.

Vivibilità, urbanizzazione, impatto ambientale, innovazione tecnologica, costi minori le parole d’ordine della città del futuro secondo Amoroso di Enel X.

“Not restart, but reset” citando Marcozzi di MOTUS-E.

A grandi linee, queste le grandi sfide degli stadi del futuro.

Andrea Stramaccioni: “Io sui social per una questione di necessità”

La scelta dell’allenatore è dovuta a problemi con profili fake e notizie finte che iniziavano a girare da questi profili. Molti i particolari raccontati al #SFS20.

Nel panel “The Social Dilemma” Andrea Stramaccioni, coadiuvato dalla moderazione di Max Sardella e le domande di Giorgia Rossi, ha raccontato al Social Football Summit la recente esperienza social, un esempio molto particolare che può fare scuole per molti altri profili.

“Nel mio primo periodo di lavoro sono sorti molti profili fake ma con pochissimi follower, qui invece (in Iran, ndr) diventavano di circa 100 mila follower e qualsiasi dichiarazione diventava autorevole per alcuni giornalisti”.

Più che di volontà, la scelta di Stramaccioni è diventata quindi una scelta di necessità.

“Nella mia visione, per la mia professione un allenatore non necessariamente ha bisogno di un profilo social come allegato alla sua professione. Io sono dell’idea che ne parliamo anche troppo di calcio anche per obblighi con la stampa. Quindi l’allenatore ha più occasioni per mettere la faccia rispetto ad un giocatore. Dipende dalla funzione che si vuole percorrere e la funzione che si vuole avere”.

Stramaccioni ha anche raccontato nello specifico quanto successo nell’ultima esperienza iraniana: “L’avventura in Iran è una avventura iniziata con tanto entusiasmo ma anche iniziata male con una dirigenza che si è comportata male nei confronti del club e dei tifosi. In questo caso il mezzo social ha avuto una funzione dirompente e positiva. Ogni cosa poco chiara che avveniva attorno alla squadra veniva raccontata da un flusso di notizie da più parti e questo aiutava i tifosi a ricevere notizie vere”.

A proposito di social, Stramaccioni ha confessato che tornando indietro nel tempo, anche all’Inter non avrebbe aperto i suoi profili social, a conferma che l’apertura di Instagram dell’ultimo periodo è stata una necessita.

I social oggi sono l’ufficio stampa dei calciatori e degli allenatori, uno strumento che come sottolinea l’esperto Max Sardella devono esserci, devono essere la casa digitale di ognuno di noi, “Poi possono essere arredati da un grande designer come Fedez o Ferragni, oppure essere un monolocale ma comunque di proprietà”.

Stiamo vivendo il periodo storico in cui il calcio femminile diventerà sport professionistico

Il presidente FIGC femminile Mantovani insieme all’ex calciatrice Marta Carissimi hanno aperto un confronto sullo stato attuale del movimento

Nella prima parte di Summit tanto spazio alla discussione sul calcio femminile con i grandi protagonisti che stanno cambiando il movimento.

Nel panel “Women’s Football: gender balance and leadership” è intervenuto il presidente della FIGC femminile Ludovica Mantovani, ormai ospite fisso al Social Football Summit. Mantovani si è espressa con notevole ottimismo parlando del futuro del movimento.

“Stiamo aspettando DPCM per ricevere fondi. I contributi saranno per il 2020, 2021 e 2022 e ci permetteranno di fare certi investimenti”. Anche dal lato organizzativo le nuove regole imposte dalla federazione chiedono una professionalizzazione maggiore non solo delle figure tecniche.

Ex calciatrice con più di 100 presenze in Nazionale, Marta Carissimi ha raccontato l’evoluzione contemporanea del calcio femminile individuando un momento preciso in cui ha intuito che le cose stessero cambiando.

Sempre la Carissimi ha poi ragionato sulla leadership nel calcio femminile, anche come vettore di emancipazione. Secondo la Carissimi per migliorare la qualità e determinare la crescita del settore non è per forza necessario avere all’interno solo figure femminili. L’idea deve essere quella della contaminazione anche con altri settori ma soprattutto con figure preparate per il proprio ruolo, non solo donne e uomini che hanno esclusivamente giocato a calcio.

Il grande passo verso il professionismo è dietro l’angolo.

Gasparini, Serie A: “Gli utenti non guardano la partita su un solo schermo”

Nel panel dedicato alle top leghe europee e alle loro strategie di fan engagement, si è parlato di come tutto, dalle piattaforme agli utenti sia mutato.

La Lega Serie A punta a diminuire sempre di più il gap digitale verso le altre top leghe e osservando le ultime attività in questo campo del massimo campionato italiano di calcio, i progressi sono parecchio visibili.

Giorgio Gasparini, il social e digital manager della Lega Serie A, è intervenuto al Social Football Summit per raccontarci l’esperienza dell’ultimo periodo e offrirci una visione verso il futuro.

“In questo periodo senza poter andare allo stadio, i tifosi sono affamati di calcio. In questa fase i video per intrattenere i fan sono fondamentali. Credo molto che le piattaforme siano molto importanti in una strategia digitale in questo momento”.

Gasparini ci ha raccontato come la Lega abbia intuito il cambiamento dei proprio tifosi e di come si stia organizzando di conseguenza anche a livello di internazionalizzazione per la comunicazione e le attività verso i differenti target.

Nel panel dedicato alle leghe di calcio nel primo giorno di Social Football Summit tra i top speaker Christophe Charmoille, Ligue 1  

“Grazie alle piattaforme digitali riceviamo molti feedback e informazioni dai fan e questo deve anche portare le leghe a cambiare approccio di comunicazione. Le persone non sono più ferme ad aspettare allo stadio il momento della partita, ma hanno ulteriori nuovi touchpoint che vanno sfruttati”.

Ma anche: “La concorrenza per chi fa narrazione è cambiata, ma più che cambiare la narrazione sono i club che devono cambiare e adeguarsi” In sintesi, il messaggio è quello di passare ad un altro approccio e mentalità. Senza sottovalutare gli asset di una lega, ovvero giocatori come Neymar, milenstone che per quanto riguarda la Ligue1 ha permesso di rompere tutte le kpi possibili e immaginabili sui social.

Al panel “Leaders of Engagement” anche Nina Tsimpouli, dell’area digital di Bundesliga che ha aperto il suo intervento così: “Il pubblico locale è diverso dagli altri, vuole davvero sapere tutto sui calciatori, anche da dove vengono e chi sono i membri della sua famiglia. Questo apre alle conversazioni su molte altre piattaforme e quindi alla creazione di nuovi format. Ora ad esempio ci siamo proiettati su una piattaforma come TikTok”.

Alfredo Bermejo, de LaLiga ha discusso della connessione del brand spagnolo col mondo grazie alla tecnologia.

La tecnologia se parliamo di piattaforme digitali permette un approccio scalabile dei fan, tifosi che nell’idea de LaLiga devono per forza essere sempre al centro. Le piattaforme tecnologiche permettono quindi di essere globali.

“La tecnologia ci aiuta a creare armonia con tutto l’ecosistema digitale de LaLiga. La parte di analisi ci permette di implementare strategie data driven e quindi di essere rilevanti e aumentare i nostri ricavi”.

Un altro spunto di discussione toccato a più riprese dalle varie leghe è stato sicuramente il posizionamento all’estero con una strategie pensata per un determinato territorio e accompagnata da brand del territorio di espansione internazionale del nome della propria lega.

Fiorentina e Galatasaray: come fare marketing nel periodo d’emergenza sanitaria

Le due società hanno spiegato la loro strategia e approccio nel periodo di stop a livello di marketing con i partner commerciali.

Rapporto con la città, quindi la storia e lo storytelling, il rapporto con i fan e quello con le imprese. Tutti fattori connessi dall’esperienza e l’emozione. Sono questi i fattori cardine della Fiorentina quando c’è da attivare un rapporto di collaborazione con un partner, tutto ciò deve essere ampiamente monitorabile.

Tommaso Bianchini, intervenuto al Social Football Summit, ha spiegato che, grazie all’approccio data driven della Fiorentina, sia possibile da sempre in casa viola avere questo genere di rapporto con gli sponsor e tenere attivo il rapporto anche in questo periodo di emergenza sanitaria.

Il fan non è più un fruitore, ma è anche un produttore di contenuti. La sfida oggi è quella di fare spazio ai fan come produttore di contenuto proprio.

La Fiorentina poi è stato un club precursore sul rapporto di fidelizzazione del tifoso e dialogo con i brand partner grazie al progetto InViola, una royalties card a misura di tifoso per acquistare prodotti ed esperienze che il denaro non può comprare. Questo ha portato ad avere 80.000 iscritti.

Tutto ciò, oltre al rientro economico ci permette di conoscere bene i nostri fan ma anche di sapere come dialogano con i nostri sponsor.

Nel panel dedicato a sponsor e marketing activation è intervenuto anche Doruk Tufekci, del Dipartimento di Marketing del Galatasaray.

A livello digitale anche il Galatasaray si muove con un meccanismo di fidelizzazione simile a quello della Fiorentina. “Ciò che ci piace fare è presentarci come un tutt’uno dai nostri tifosi insieme ai nostri partner commerciali, ci piace molto l’approccio di co-marketing.

Per noi non si tratta solo di avere dati di marketing ma comprendere le loro emozioni, questo è cruciale per noi per capire quali campagne di marketing attivare ma soprattutto che sponsor scegliere”. Passaggio molto importante, aggiungiamo noi di #SFS20, per decretare il successo di un’attivazione.

Tufekci ha poi aperto ad una grande suggestione: “In futuro non si parlerà solo di Facebook e Instagram, ma ci saranno tanti sviluppi in ambito social media e piattaforme digitali nuove. È questa la sfida del futuro”.

Spadafora: “Va investito tantissimo nello sport. Il sistema di governance nel calcio deve cambiare”.

Nel primo panel di discussione dell’evento dedicato all’industria del calcio, Spadafora e Orneli hanno espresso l’approccio del governo per la ripartenza.

Il Social Football Summit aveva fatto premesse decisamente diverse l’anno scorso, oltre a svolgersi in una location differente, quella dello Stadio Olimpico. Con queste dichiarazioni di Gianfilippo Valentini è iniziato il Social Football Summit, quest’anno in edizione completamente online.

Il founder di Go Project e Social Media Soccer ha posto a Paolo Orneli Assessore allo Sviluppo Economico, Commercio e Artigianato, Ricerca, Start-Up e Innovazione della Regione Lazio e l’assessore allo Sport e le Politiche Giovanili Vincenzo Spadafora, diversi quesiti interessanti sul futuro della Football Industry.

Tra le questioni da porre in agenda per il governo nazionale e locale, il sostenimento di tutto il movimento sportivo italiano e le idee per la ripartenza che dovrà essere attivata a breve per le aziende che lavorano nell’ecosistema sportivo. Oltre ovviamente, a una domanda che risentiremo spesso in questi giorni, ovvero come sfruttare l’innovazione come vettore di crescita di questo mondo.

“La pandemia ha rimesso in discussione tutto. La Regione Lazio farà la sua parte”, dice Paolo Orneli, riferendosi a una miriade di realtà che stanno vivendo una situazione drammatica. Il ministro ha anche parlato delle misure precedenti di oltre 5 milioni di euro per associazioni per pagare l’affitto e voucher per le famiglie per far svolgere in tranquillità le attività sportive ai figli. Un altro pezzo importante, oltre all’attivismo immediato, sarà quello di potenziare le iniziative che mettono in connessione innovazione e sport ma che lo facevano già prima. Startup Lazio, ad esempio, è il programma predisposto a questo per la Regione Lazio ha ricordato Orneli, anche perché nelle startup c’è una potenziale enorme.

Vincenzo Spadafora ha subito chiarito la posizione del governo in questo senso. Investire tantissimo in questa industria e nelle nuove tecnologie sarà la nostra missione. Si può infatti riassumere così l’intervento del ministro dello sport. Il ministro ha anche parlato di infrastrutture da rivedere e rinnovare, in una situazione di emergenza che porta a dover pensare e decidere molto più velocemente.

“Ci sono due elementi da non dimenticare. Il primo è arrivare a questo post pandemia vivi, il settore sta soffrendo tanto. Questo si potrà solo con grandi investimenti come ha già fatto il governo”.

Spadafora ha poi proseguito spiegando cosa va sicuramente cambiato.

“Anche il mondo del calcio deve imparare a ripensare sé stesso, così come tutto il mondo dello sport in generale. Questo mondo deve capire che è finita l’era in cui alcuni modelli andavano bene, devono cambiare i modelli di fruizioni e se ne devono ricreare altri che siano degni della parola industria. Senza personalismi ma con un occhio anche ai modelli stranieri, il sistema di governance va rivisto”.

Il ministro Spadafora ha poi concluso dicendo che probabilmente sono stati fatti degli errori ma sarebbe stato impossibile accogliere le idee di tutti senza un budget di investimenti illimitato.

Nasce Social Football Cafè, il format di live social che riunisce gli esperti della Football Industry

In un periodo così particolare e delicato a causa dell’emergenza Covid-19, diventa essenziale per gli addetti ai lavori e gli aspiranti interpretare quali saranno gli sviluppi futuri dell’industria del calcio.

Per farlo, essere informati e dialogare con i diretti interessati diventa la più grande fonte di conoscenza di cui possiamo usufruire oggi.

Il dibattito live sui social ha riscoperto nelle ultime settimane un’ulteriore espressione del proprio potenziale, anche per questo nasce il format “Social Football Cafè”, il ritrovo virtuale dove esperti della Football Industry si incontrano per fare due chiacchiere.
Il format, organizzato dal team del Social Media Soccer si svilupperà in 6 puntate della durata di 1 ora, con cadenza settimanale.

In ogni puntata ci sarà l’occasione di discutere di una tematica specifica sempre inerente al business e l’industria del calcio, con esperti diversi per ogni appuntamento.

Per assistere a questo nuovo format basterà seguire e restare aggiornati sui canali del Social Football Summit, e in particolare connettersi al canale Facebook per la diretta.

Il Social Football Cafè inizierà già dalla settimana prossima, la prima puntata si intitola “#celafaremo: riflessioni dal mondo del calcio” e si terrà mercoledì 22 aprile alle 14:30.

Gli ospiti della puntata saranno: Massimo Caputi (Il Messagero), Francesca Iannibelli (BIP), Lorenzo Liotta (ItaliaCamp), Andrea Di Biase (Calcio e Finanza) e Massimo Tucci (Social Media Soccer).