Verso il Social Football Summit: intervista a Ivan Ortenzi e Nicola Puglisi

Manca poco all’edizione 2019 del Social Football Summit, unico evento italiano dedicato alle dinamiche del
marketing, del social media communication e dell’innovazione del modello di business del prodotto Calcio di
cui Bip è Innovation Partner per il secondo anno consecutivo. Intervistiamo i colleghi di Bip artefici di questa
collaborazione, Ivan Ortenzi e Nicola Puglisi, che hanno curato la progettazione dell’Innovation Stage.

L’Intervista a Ivan Ortenzi e Nicola Puglisi

Ivan, da sempre supporti le aziende per interpretare le innovazioni del mercato e cambiare il loro
modello di business. Lo sviluppo tecnologico sta veramente cambiando il calcio? Quali aree sono
interessate e come?

La risposta è Sì. E c’è una data ben precisa che potrebbe rappresentare una svolta verso il “prodotto calcio”: il 2024. Ma questo non è l’unico trend dirompente che il calcio sta affrontando e che non possiamo ignorare. Per esempio il VAR è sicuramente uno dei processi di “Digital Transformation” del modello di business del calcio che testimonia un nuovo approccio alla tecnologia nel mondo del calcio. È ipotizzabile pensare che la tecnologia progressivamente stia “uberizzando” il contenuto video disarticolando le catene distributive del prodotto, così da richiedere alle aziende di questa industria di estere il modello di business passando attraverso nuovi segmenti verticali, esempio fashion o retail, o nuovi segmenti orizzontali, calcio femminile, altri mercati o gli-esports. 
La tecnologia disintermedia anche le tradizionali catene del valore modificando il rapporto tra domanda e offerta. Basta chiedere ai giovani appassionati di calcio e di sport le loro preferenze e la risposta sarebbe articolata tra sport analogico e E-Sport con buona luce per V-gamer estendendo il concetto di competizione e  di interpreti della competizione. La costruzione di una vera e nuova tribù di tifosi distribuita nello spazio digitale e non solo fisico.
Per poter vincere questa sfida le aziende del settore, le squadre devono ragionare e considerarsi non più come aziende del settore dell’intrattenimento sportivo ma come delle “Extended Experience Company” con nuove aree di attività, di business e di innovazione dello stesso modello di business.

Per il secondo anno consecutivo Bip è Innovation Partner del Social Football Summit. Nicola, quali sono i
vostri obiettivi?
Essere “on the edge” fa parte del DNA di Bip e per questo non potevamo che supportare un’iniziativa di frontiera come il Social Football Summit fin dalle sue origini. Essere parte di questo progetto significa essere presenti e contribuire ad aumentare le opportunità di crescita di un mercato ad altissimo potenziale grazie alla nostra expertise. Un valore che la società Social Media Soccer ha riconosciuto affidandoci questo ruolo di partner strategico con un focus sui temi di innovazione.
Il nostro obiettivo è da sempre quello di delineare le nuove traiettorie di evoluzione dei modelli di business e supportare le aziende che in questo processo sono i giocatori in campo. Lo abbiamo fatto nell’edizione 2018 con il keynote di Ivan Ortenzi sull’innovazione del BM del calcio e nuovamente quest’anno per progettare un intero stage dedicato: l’Innovation Football Summit.
Ma c’è anche una visione che accomuna le nostre due realtà e cioè l’idea di costruire un evento che parlasse al mondo del calcio con un punto di vista strategico, innovativo, con l’obiettivo di renderlo un punto di riferimento sul panorama mondiale al pari del SoccerX di Miami e del World Football Summit di Madrid.

Nicola, secondo te le società di calcio come possono sfruttare le competenze di una società di consulenza
come BIP nel processo di digital change?

I club sportivi e tutte le società che orbitano nel settore del calcio professionistico hanno a loro disposizione molte opportunità di estensione e innovazione del proprio modello di business. 
Per fare questo e per gestire questi nuovi processi sono però richieste competenze altamente specifiche oltre che una visione più ampia al mercato e ai consumatori-tifosi. Penso ad esempio ai temi di raccolta e gestione dei dati in tutte le fasi, preparazione – partita – engagement, che comportano nuove infrastrutture tecnologiche, nuovi modelli di cybersecurity, in particolare per le società quotate che dovranno integrare strategie di brand protection e brand reputation, ma anche nuove strategie di marketing innovativo per la gestione dei prodotti e servizi.
Essere stati riconfermati come Innovation Partner di questo evento testimonia il riconoscimento alla nostra società dell’autorevolezza su questo tema, risultato di più di due anni di lavoro insieme ad Ivan. Le società di calcio hanno bisogno di fare proprie le opportunità, ma anche le minacce, che le dinamiche digitali pongono nel settore, nella costruzione del vantaggio competitivo e nella definizione delle nuove strategie. Come spesso dice Ivan nelle sue docenze o eventi corporate, dobbiamo aiutarle a compiere la metamorfosi digitale, e per questo abbiamo lavorato, con anche il supporto della strategist Francesca Iannibelli, alla definizione strategica e l’approfondimento di questa industry in ogni sua dimensione, fisica e digitale. Elaborare e definire le caratteristiche e gli elementi delle strategie di marketing e di nuove aree di business sui nuovi canali e spazi come gli E-games, ridefinire l’esperienza allo stadio capitalizzando i dati per elaborare nuovi servizi e comprendere i nuovi canali di distribuzione dei contenuti.

Ivan, il tuo keynote di apertura si intitola “2030: Mondo Football” ma come cambierà questo sport nei
prossimi 10 anni e più? Quali saranno le prossime frontiere da raggiungere?
Una cosa è certa: le regole della sopravvivenza tra trasformazione e metamorfosi dei modelli di business valgono inevitabilmente anche per il calcio. Basti pensare che le tecnologie di robotizzazione, virtualizzazione e di gioco simulato un giorno potranno sostituire la forma umana del gioco del calcio o in alcune delle sue parti. Nel Regno Unito è stato già sperimentato l’utilizzo di Alexa allenatore in panchina per supportare le scelte sul cambio dei giocatori sulla base dell’analisi dei dati di gioco incrociati con quelli raccolti in fase di allenamento. Anche processi come la segnalazione del fuorigioco potranno facilmente essere sostituiti da telecamere che consentano ad un motore di IVS e machine learning di segnalare l’irregolarità, evitando in alcuni casi simpatiche dispute sportive.
Tutte queste dinamiche sono trainate da una logica. Una logica difficile da comprendere appieno da chi si definisce “tifoso”. E lo scrivo io che dall’età di 6 anni provo un amore viscerale, irrazionale e passionale per questo sport e per la mia squadra che non è solo del cuore ma pervade la vita quotidiana, un costante retropensiero. Ma come studioso e professionista dell’innovazione dei modelli di business devo obbligatoriamente astrarmi per poter valutare il prodotto calcio alla luce delle regole proprie del business e dell’evoluzione del suo modello. Ovvero fatturato, margine, quota di mercato, fidelizzazione, performance e ritorno per gli azionisti.
Le aziende del settore calcio sono caratterizzate da un fattore unico, il grado di ingaggio e di fedeltà dei tifosi.
La sfida è quella di sviluppare questo dato in quote di fidelizzazione e di esperienza non solo sportiva ma anche commerciale, valoriale, comunicazione e d’appartenenza. Ragionare quindi in termini di touchpoint, di tipologie di interazione, di iniziative specifiche e campagne di caring, cross e up selling, loyalty e profilazione. Rimarcando ancora una volta l’importanza della raccolta, gestione e utilizzo dei dati nelle differenti forme e fonti. Ho cercato di sintetizzare tutto questo in un #Hashtag : #ilcalciononesolounosport , sempre presente nei miei interventi divulgativi e formativi sulla materia innovazione nel mondo dello sport e in particolare nel calcio. Il calcio non può essere impermeabile ai cambiamenti esterni dei suoi consumatori e dei suoi competitor.

Max Sardella al Social Football Summit 2018

Verso il Social Football Summit: intervista a Max Sardella

Manca pochissimo alla seconda edizione del Social Football Summit che si terrà allo stadio Olimpico di Roma, il 20 e 21 novembre.

Come tappa di avvicinamento all’unico evento italiano che si focalizza sui temi del Digital Marketing e dell’Innovazione, abbiamo coinvolto gli speaker con delle interviste che anticipano i temi del SFS.

Abbiamo chiacchierato con Max Sardella, Influencer Sport Marketing Manager, impegnato nel panel Football Players: commercial and community management and influencer marketing.

L’Intervista a Max Sardella

Da calciatore social e calciatore che monetizza attraverso i suoi canali. Sapresti già dirci quale sarà il futuro della presenza digitale per atleti e allenatori?
Ne parlerò il 21, e introdurrò il tema: Calciatore Ricco vs Calciatore Povero. Il calciatore povero scambia il tuo tempo per denaro. Il calciatore ricco fa in modo che il denaro lavori per lui. La vera sfida è creare rendite automatiche e trasformare i tuoi follower in euro.

Secondo te i club che si arrogano totalmente la gestione dei diritti d’immagine dei giocatori, vanno incontro a vantaggi competitivi rispetto ad altre squadre o rischiano di incappare in problematiche calciatori, sponsor o altri soggetti?
Per me se un club mette dei soldi sul tavolo è una grande dimostrazione di rispetto per il calciatore. Dire: ti pago per il tuo valore oltre il campo, è qualcosa di straordinario. Il tema degli ostacoli è quando ci sono calciatori che valgono a livello di immagine più del club.

TikTok si appresta a diventare un social di riferimento non solo per target giovanissimi. Questo social ha formule di contenuto diverse dagli altri però, cosa consigli qui per diversificare?
Ho avuto il privilegio di essere stato il primo a sperimentare Tik Tok nel calcio con Florenzi. C’è ancora tanta strada da fare per diventare un riferimento: oggi nella testa dei calciatori esiste solo Instagram. Sperimentare e divertirsi è l’unico modo per conoscere un nuovo media.

Dacci i tuoi 3 motivi per partecipare al #SFSRoma2019
Il SFS è il momento migliore per incontrare nuovi professionisti. Aumentare il proprio network di conoscenza e di relazioni.

L’organizzazione del SFS è il segreto del suo successo: si respira un clima di vera eccellenza e di grande qualità.

Perché la formazione è uno dei pilastri di ogni professionista.

Ottimo Max, ci vediamo al #SFSRoma2019!

La partnership con SFSRoma2019 e l’innovazione tecnologica nei settori del diritto: l’intervista a Marco Martinelli

L’Intervista all’avv. Marco MArtinelli

Buongiorno Marco, grazie per essere qui con noi oggi. Come abbiamo recentemente annunciato, lo Studio Gianni, Origoni, Grippo, Cappelli & Partners è Innovation Legal Partner della II edizione del Social Football Summit. Partendo proprio da uno dei focus dell’evento, nell’era della digital transformation, oggi, che ruolo ricopre la figura professionale dell’avvocato?
L’innovazione digitale riveste oggi un ruolo centrale nel lavoro dell’avvocato, chiamato a sviluppare le competenze necessarie a rispondere alle esigenze provenienti da una nuova industria in piena crescita, legata al mondo della tecnologia e alle start-up, ma anche dai nuovi modelli di business e digitalizzazione adottati dall’industria, per così dire, “tradizionale”, in seguito all’espansione delle nuove tecnologie. In particolare, l’avvocato di oggi deve accompagnare al rigore tecnico e all’estrema competenza, anche una grande padronanza dei nuovi mezzi di comunicazione, maggior flessibilità e capacità di intuizione.

Perché lo Studio Gianni, Origoni, Grippo, Cappelli & Partners ha scelto di essere “Innovation Legal Partner” del Social Football Summit?
Lo Studio ha già da tempo colto la sfida rappresentata dall’innovazione tecnologica in tutti i settori del diritto, offrendo le competenze maturate dai propri professionisti al servizio del settore digitale e dell’entertainment. Anche il mondo dello sport e, in particolare, la football industry sono interessati da profonde trasformazioni legate all’innovazione tecnologica che determinano a loro volta la nascita di nuove questioni legali da affrontare nel più breve tempo possibile. In questa prospettiva, lo Studio, peraltro dotato di un focus team dedicato al diritto sportivo, è in grado di rispondere alle continue e peculiari esigenze emergenti in relazione alle predette trasformazioni. Gli eSports, quale vera e propria nuova frontiera dello sport, rappresentano certamente la sintesi privilegiata delle nuove questioni legali del diritto sportivo.

Quali sono le prossime sfide legali che il mercato degli eSports italiano dovrà affrontare?
La principale sfida per gli eSports, a livello internazionale ed italiano, è la necessaria regolamentazione del settore che dovrà porre un freno alla frammentazione e all’incertezza ad oggi vigenti al fine di garantire l’uniformità indispensabile per sviluppare appieno le enormi potenzialità di diffusione e di business raggiungibili dal relativo settore. Sotto questo profilo, un punto di partenza è l’apertura dell’UEFA e della FIGC al mondo degli eSports calcistici con la formazione delle selezioni nazionali che prenderanno parte a UEFA eEURO 2020, torneo e-sportivo parallelo agli europei di calcio. L’auspicio è che all’annuncio recentemente apparso sulla stampa di un’indagine promossa dal CONI sull’opportunità di riconoscere formalmente gli eSport segua al più presto un effettivo atto di inquadramento, quantomeno con riferimento a quelli in grado di dimostrare il rispetto dei valori olimpici.

A questo proposito, è già possibile immaginare come gli eSports potranno essere riconosciuti?
Sull’inquadramento degli eSports nell’ordinamento sportivo nazionale sono due le proposte allo studio: una prima, di più immediata realizzazione, vorrebbe che ciascuna federazione sportiva riconoscesse gli eSports ‘di competenza’
(ad esempio, la FIGC gli eSports calcistici, la FITA quelli di combattimento, la FIDS quelli di danza, ecc.). Tale opzione però rischierebbe di creare ulteriore frammentazione nel settore degli eSports, indebolendone peraltro la forza complessiva. Senza considerare il fatto che le Federazioni Sportive potrebbero non avere titolo a effettuare tale riconoscimento e che la larghissima parte degli eSports non è riconducibile a sport esistenti; una seconda proposta sarebbe, invece, quella di creare una Federazione Sportiva ad hoc sotto l’egida del CONI e, in attesa di un più ampio e diffuso riconoscimento degli eSports, anche a livello internazionale, inquadrarli come Disciplina Sportiva Associata, come già avvenuto per le altre discipline sportive relativamente ‘nuove’ (si pensi alla FIPT o alla FIPAP, rispettivamente, per la Palla Tamburello e per la Palla Pugno) o per quelle prive di una componente atletica preponderante (si pensi alla FSI per gli scacchi, alla FID per la dama ovvero alla FIGB per il bridge). Il tema si presenta alquanto ‘caldo’ e lo approfondiremo assieme a tutti i relatori il 21 novembre nel corso della giornata dedicata all’Innovation Football Summit.

Il calcio dal vostro punto di vista è ancora un mercato profittevole?
Il calcio è tutt’ora il cuore pulsante dell’industria sportiva europea ed italiana dell’intrattenimento,
un’insostituibile passione che lega milioni di persone nel mondo e che ha suscitato l’interesse di numerosi e diversi investitori a livello globale, dagli Stati Uniti alla Cina, passando per gli Emirati Arabi. In più, la tecnologia e l’innovazione stanno oggi trasformando il calcio ad una velocità mai vista prima, sia all’interno del rettangolo di gioco (basti pensare al VAR), che al suo esterno (una vera e propria rivoluzione tecnologica che ha investito gli stadi, i centri di allenamento, la raccolta ed elaborazione dei dati per l’analisi tecnica e tattica delle prestazioni, nonché per le attività di scouting dei giocatori).
Il fenomeno calcistico degli eSports si inserisce, dunque, nell’ambito di un settore in pieno fermento
ed evoluzione e può essere un ulteriore traino di sviluppo del calcio sia dentro che fuori dal campo in un rapporto di crescita simbiotica (come testimoniano i recenti investimenti effettuati da attori del mondo del calcio nel settore degli eSports).

Raccontaci tre motivi per partecipare al Social Football Summit.

  1.  Un ineguagliabile panel di esperti provenienti dal mando del calcio, della tecnologia, della comunicazione e, non ultimo, legale;
  2. Un’occasione di confronto unica  sull’evoluzione della football industry sotto l’influenza dell’innovazione tecnologica;
  3. Il grande sfondo rappresentato dalla Città di Roma, e dallo Stadio Olimpico in particolare, che dimostrano l’estrema importanza dell’evento, unico nel suo genere.

Ci vediamo a Roma per il #SFSRoma2019!

Innovazione nel calcio e la partnership con SFSRoma2019: l’intervista a Antonio Amati

Buongiorno Antonio, grazie per essere qui con noi oggi. Come abbiamo recentemente annunciato, Almaviva è Digital Partner della II edizione del Social Football Summit. Partendo proprio dal focus dell’evento, Social, digital e tech: quali sono i driver significativi della comunicazione in ottica di fan experience?
I tifosi sono guidati da passione, spirito di comunità e appartenenza. La tecnologia permette di creare spazi digitali in cui la comunicazione e l’interazione con i tifosi è sempre attiva per sviluppare la dimensione di community, offrire servizi, condividere esperienze, anche lontano dall’evento.

Da dove nasce l’idea di diventare partner di un evento interamente dedicato al mondo digital nel calcio come il Social Football Summit?
La propensione all’innovazione del mondo del Calcio è una sfida stimolante, perché unisce business, tecnologia, sport, passione che si integra in alcuni degli ecosistemi più interessanti e in evoluzione come quelli della Smart City e della Smart Mobility, su cui Almaviva lavora già da tempo contribuendo a dare significato alla trasformazione digitale.

Rappresenta quindi per noi l’occasione per focalizzare la nostra esperienza su questo contesto coinvolgendo i giovani e proponendo loro di affrontare inedite sfide tecnologiche in un contesto ricco di partecipazione e stimoli non solo lavorativi.

Avete lanciato insieme a Social Media Soccer la call competition “Innovation needs Lega Serie A”, quanto è importante per Almaviva lo sviluppo tecnologico?
L’innovazione digitale sta cambiando gli equilibri e i processi di business, trasversalmente in ogni ambito, anche nel calcio. Per noi è strategico il presidio dello sviluppo tecnologico e la capacità di supportare i nostri clienti in questa trasformazione oramai fondamentale per essere competitivi sul mercato.
IoT, Blockchain, Big Data, 5G e Intelligenza Artificiale sono solo alcune delle tecnologie che, introdotte nel mondo del calcio, aprono la porta a soluzioni che possono rivoluzionare il modo di viverlo e fruirlo. Abbiamo lanciato questa competition perché riteniamo che l’apporto delle giovani generazioni e delle startup in ambito innovativo possa essere di grande valore soprattutto se promosso dall’esperienza di chi della trasformazione digitale fa il proprio mestiere quotidiano, come Almaviva.

Almaviva è sinonimo di innovazione digitale, qual è la vostra offerta in ambito calcistico?
Attraverso le nostre piattaforme proprietarie, come Giotto, che mette a disposizione strumenti e servizi per la realizzazione di applicazioni verticali in ambito IoT e Big Data, e grazie alle competenze sulle tecnologie, ci proponiamo come Partner per l’evoluzione digitale delle aziende. In particolare, in questo contesto, alle realtà che operano nel mondo dello sport presentiamo soluzioni di Smart Arena, Smart Ticketing e Smart Mobility, in grado di semplificare e integrare l’ecosistema di servizi, restituendo centralità ai contenuti dell’evento rispetto alla complessità della sua gestione.

Tre motivi per partecipare al Social Football Summit?
È un evento entusiasmante, anche per i non addetti ai lavori. Permette di soddisfare allo stesso tempo la propria passione per il Calcio e per l’innovazione. Consente di essere soggetti protagonisti nell’approfondire e indirizzare soluzioni digitali per questo mercato. E ancora di sviluppare il proprio network anche attraverso occasioni di cross-fertilization.

La partnership con SFSRoma2019 e le sfide legali negli e-Sports: l’intervista a Luca Pardo

L’Intervista a Luca Pardo

Buongiorno Luca, grazie per essere qui con noi oggi. Come abbiamo recentemente annunciato, lo Studio Legale Internazionale Ontier Pardo Vicenzi è Innovation Legal Partner della II edizione del Social Football Summit. Partendo proprio da uno dei focus dell’evento, nell’era della digital transformation, oggi, che ruolo ricopre la figura professionale dell’avvocato?
L’avvocato del terzo millennio si trova già oggi, e si troverà sempre più domani ad operare in ambiti in cui la digitalizzazione e l’intelligenza artificiale stanno cambiando radicalmente la professione. Questi cambiamenti avverranno in tempi brevi. Occorre essere ben preparati. L’avvocato del futuro dovrà avere visione globale, preparazione eccellente con attitudine ad affrontare tematiche complesse, e competenza tecnologica per poter essere al fianco del cliente del futuro.

Perché lo Studio Ontier Pardo Vicenzi ha scelto di essere “Innovation Legal Partner” del Social Football Summit?
Ontier Pardo Vicenzi crede che la materia innovazione tecnologica ed e-Sports siano da studiare approfonditamente, anche dal punto di vista legale e globale. Pensiamo all’attenzione attuale sui c.d. e-Sports e ad organizzazioni come la Electronic Sports League (ESL), oppure a società come la Major League Gaming (MLG), che promuovendo rispettivamente competizioni su computer e su consolle hanno consolidato la disciplina in Europa ed in Nord America; alla Corea del Sud, dove già nel 2000 è nata la Korean E-Sports Players Association (KeSPA); a tutte le manifestazioni di livello competitivo già esistenti come, ad esempio, i World Cyber Games, conosciuti anche come “Olympic Games”, la Electronic Sports World Cup, o le World Series of Video Games. Dal punto di vista legale è un tema nuovo su cui, come dicevamo prima, occorrerà avere visione e competenza globale.

Quali sono gli obiettivi che lo Studio si pone di raggiungere nel breve ma anche nel lungo periodo nella consulenza sul diritto dell’information technology e dell’entertainment soprattutto legato agli E-Sports?
Il nostro obiettivo, a livello globale, è quello di consolidare forte competenza professionale sul tema e-Sports e sviluppare capacità di interpretare correttamente le sfide legali che la materia comporta.

Il calcio, dal vostro punto di vista, è ancora un mercato profittevole?
È innegabile che il calcio, oltre a rappresentare una passione condivisa da milioni di persone e a fungere da collante tra le generazioni, sia espressione di un vero e proprio settore imprenditoriale. Le attività core delle società calcistiche vanno senz’altro oltre il “rettangolo di gioco”. Anche in questo settore, però, l’innovazione tecnologica ed infrastrutturale dovrà essere presa in seria ed attenta considerazione, se si vorrà posizionare il comparto calcio italiano fra i più evoluti ed attrattivi del mondo.

Raccontaci tre motivi per partecipare al Social Football Summit.

  1. Riconoscere l’essenziale importanza della rivoluzione digitale e delle sfide che ne conseguono;
  2. Approfittare di una occasione unica per osservare, da una posizione privilegiata, come lo sport più popolare al mondo affronta il tema dell’innovazione;
  3. Ascoltare interventi di oltre 60 top speaker, beneficiare della presenza delle principali società sportive ed operatori del settore tecnologico, così da essere per due giorni a Roma, nella capitale mondiale del calcio.

Ringraziamo Luca Pardo, socio fondatore dello studio legale Ontier Pardo Vicenzi per la sua disponibilità e il suo contributo.

Ci vediamo a Roma per il #SFSRoma2019!

A che punto è il mondo esport in Italia? Scoprilo al #SFSRoma2019

Il mondo esport italiano è in pieno fermento. Al SFS ci sarà un’area di discussione interamente dedicata all’argomento

Il Social Football Summit si inserisce nella road map internazionale degli eventi dedicati al Digital Marketing e all’Innovation nella Football Industry.

L’unico evento italiano su queste tematiche che ha catalizzato l’attenzione di molti professionisti, operatori economici e agenzie di comunicazione e marketing, grazie al successo della prima edizione nel 2018. Occasione in cui gli speaker dei top club italiani e internazionali hanno condiviso il proprio know-how con i partecipanti, alimentando diversi momenti di formazione e networking.

Il Social Football Summit 2019 che si terrà allo stadio Olimpico di Roma, il 20 e 21 novembre per la seconda edizione ha posto al centro della discussione un intero stage dedicato all’Innovation e quindi la sport tech nel mondo del calcio.

In un momento di piena esplosione del mondo esport in Italia, al Social Football Summit 2019 sarà possibile assistere a panel interamente dedicati a questo argomento di discussione, con l’obiettivo di inquadrare il contesto di riferimento e tracciare insieme le linee guide che lo caratterizzeranno in futuro.

L’innovazione strategica nell’industria del calcio sarà il cuore della seconda edizione del SFS, e per anticipare e ispirare la discussione, abbiamo snocciolato alcuni dei dati più interessanti emersi nel rapporto sul mondo esport in Italia nel 2019 realizzato da AESVI (Associazione Editori Sviluppatori Videogiochi Italiani) in collaborazione con Nielsen.

Il report inquadra la situazione italiana, evidenziando come la fanbase esport italiana si distribuisca in 1.200.000 persone se si considerano gli appassionati che guardano un evento live non tutti i giorni ma più volte in una settimana, con 350.000 persone che si possono considerare avid fan.

Un pubblico che si dedica a questo mondo per finalità di intrattenimento (79%), mentre una parte più piccola (67%) lo fa per migliorare le proprie abilità personali. Parliamo comunque di un pubblico prettamente maschile che si attesta al 62% con età compresa tra i 16 e i 30 anni.

A farla da padrone sul genere di titoli di interesse per questa community, troviamo un podio composto da videogiochi sportivi, MOBA (Multiplayer Online Battle Arena) e RTS (Real Time Strategy).

Per una nuova industria che va a insediarsi in una ulteriore industria, quella dell’intrattenimento, diventa affascinante e rilevante dal punto di vista del business dei brand che vogliano posizionarsi in questo mondo, capire il comportamento d’acquisto della community.

Il report di AESVI fa emergere anche questa particolare, rivelando che la fanbase esport italiana preferisce acquistare al primo posto cuffie audio da gaming (30%), merchandising dei team esport (27%) e mouse da gaming (23%).

È interessante notare l’interesse verso prodotti brandizzati dai team esport italiani, non a caso alcune delle squadre appartenenti al mercato tricolore ha siglato una partnership con brand per produrre merchandising di qualità: stiamo parlando dei Mkers e la loro collaborazione col brand Armani e Exeed che da qualche mese vanta la sponsorizzazione con Adidas.

Brand e team esport dialogano e puntano a un target che appartiene per lo più alle fasce d’età etichettato come generazione Z e Y. Un pubblico che questi soggetti non possono permettersi di ignorare e che come ci mostra il rapporto, è particolarmente interessato all’acquisto del merchandising.

In ultima battuta evidenziamo come la fanbase italiana sia interessata a servizi aggiuntivi a pagamento come l’esperienza in realtà virtuale.

Un altro elemento chiave della nuova sport tech. Un valore aggiunto delle piattaforme di attivazione pensate per i tifosi nella moderna Football Industry. Alcuni club di calcio hanno già integrato questa tecnologia per portare la fan experience a un livello superiore. Altri club hanno dato vita ad una propria sezione esport per intercettare nuovi pubblici e cavalcare un trend da non sottovalutare.

Tutti questi aspetti verranno analizzati e discussi dai protagonisti della Football Industry nell’edizione 2019 del Social Football Summit, il 20 e 21 novembre allo stadio Olimpico di Roma.

L’innovazione sarà uno dei punti focali dell’evento anche grazie alla call competition “Innovation Needs Lega Serie A.

Ci vediamo a Roma per il #SFSRoma2019!

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Al via la call competition “Innovation needs Lega Serie A”

SEI UN GIOVANE IMPRENDITORE O STARTUPPER? AL VIA LA CALL COMPETITION “INNOVATION NEEDS LEGA SERIE A”

Le finali al Social Football Summit

Ufficialmente aperte le candidature della call competition denominata “INNOVATION NEEDS LEGA SERIE A”, rivolta alla selezione di startup, microimprese innovative, spin off universitari, neolaureati e studenti universitari che possano confrontarsi sui temi dell’innovazione applicati alla Football Industry.

In occasione del Social Football Summit 2019 attraverso la partnership con la Lega Serie A e la supervisione tecnica del Digital Partner AlmavivA S.p.A. viene lanciata “Innovation needs Lega Serie A” una call competition che mira a facilitare i modelli collaborativi di open innovation tra società di calcio, imprese, startup, giovani brillanti ed Investitori attivi nell’ecosistema italiano per promuovere un efficace matching tra domanda e offerta di innovazione.

In particolare ai partecipanti sarà richiesto di presentare progetti in fase di sviluppo, prodotti, idee progettuali o idea di business con l’obiettivo di definire e individuare chi sono gli utenti e la loro applicabilità.

LA competition si basa su una doppia call

CALL FOR GROWTH​

StartUp

I partecipanti dovranno confrontarsi sulle seguenti tematiche:

  • Fan Experience, Analisi Performance e Media House
  • Lotta alla pirateria
  • E-Store
  • Lotta alla contraffazione

CALL FOR talents

GIOVANI NE0laureati

I partecipanti dovranno confrontarsi sulle seguenti tematiche:

    • Smart Ticketing
    • Mobilità sostenibile

 

Per entrambe le call si consigliano progetti che saranno sviluppati basandosi sulle tecnologie di ultima generazione, ad esempio AI, IoT, BigData o 5G.

Le candidature potranno essere presentate dal 10 ottobre 2019 a entro le ore 23:59 del 12 novembre 2019. La finale “pitch session” sarà durante la seconda edizione del Social Football Summit il 20 e 21 novembre 2019 allo Stadio Olimpico.

L’obiettivo della call competition ‘Innovation needs Lega Serie A’ è di appassionare, innovare e anche educare il mondo del calcio alle nuove tecnologie. Sono sicuro che le sinergie che si creeranno, apriranno una nuova stagione di digital transformation” – racconta Gianfilippo Valentini, Founder di Go Project e Social Media Soccer.

Per ulteriori informazione consulta il Regolamento al seguente consultate la pagina dedicata.

Fan e Stadium Experience: il caso intelligente del Nizza

Il processo di immersione dei fan al centro dell’esperienza per il Nizza, club di Ligue 1, parte da lontano.
Precisamente dal 2011, anno in cui è partito il progetto del nuovo stadio, impianto in cui Allianz investe 1.8 milioni di euro all’anno per i naming rights. Il brand tedesco ha un progetto ben preciso di posizionamento nel calcio, e come nel caso più celebre, quello del Bayern Monaco, Allianz cerca di apportare una visione architettonica e tecnologica agli impianti sportivi in cui decide di impegnarsi economicamente.
Nel 2013 vede quindi la luce il nuovo stadio del Nizza, l’Allianz Riviera, impianto da 36.178 posti a sedere per il calcio e 35.169 per il rugby. Uno stadio costruito su due concetti imprescindibili: l’ottima visibilità da ogni posto dell’impianto, e l’idea di essere uno stadio esperienziale, in cui le esigenze dei tifosi si intrecciano con la tecnologia.
Un gioiello dal costo di 243.5 milioni di euro.
Stiamo parlando di uno smart stadium costruito per diventare cornice di una smart experience, vissuta attraverso i servizi tangibili e l’app ufficiale del club, ideata anch’essa con il supporto del brand Allianz.
L’app Allianz Riviera Expérience Stade è stata progettata grazie all’expertise dello staff dello stadio e della squadra e il lavoro tecnico della startup francese VOGO Sport. Oltre a essere gratuita per i tifosi, l’app perfetta per il matchday è utilizzabile al massimo delle sue potenzialità di rete, grazie ai quasi 500 terminali Wi-Fi HD istallati all’interno della struttura. Un investimento che permette la connessione ad alta velocità di più di 10mila persona contemporaneamente.

Le funzionalità della smart app “Allianz Riviera Expérience Stade”

NIzza

Attraverso l’app del club targato Allianz, durante la partita è possibile in maniera praticamente istantanea, rivedere i replay di un’azione da diverse angolazioni, usare la funzionalità Come to Me, ovvero acquistare cibo e bevande sempre dall’app e riceverle direttamente al nostro posto a sedere. Inoltre, l’applicazione ufficiale permette di acquistare i biglietti delle partite, il merchandising (e anche quest’ultimo, riceverlo direttamente allo stadio) ma anche avere a disposizione una mappa di tutti gli eventi collaterali organizzati nell’area family dello stadio e infine statistiche in tempo reale.


In sintesi, tutto quello che può desiderare e immaginare un fan il giorno della partita.

Un gioiello eco sostenibile

Se la tecnologia è al centro dei nuovi smart stadium, non è da sottovalutare, considerato anche l’attuale momento storico, la sostenibilità e l’impatto di una struttura sportiva nella città in cui è costruito.
In questo senso l’Allianz Riviera è uno dei migliori impianti costruiti in Europa, grazie alle scelte fatte in fase di progettazione da Jean-Michel Wilmott. L’Allianz Riviera è infatti pensato per rendersi eco e auto sostenibile: grazie ai suoi 4.000 pannelli solari riesce a catturare l’energia di cui ha bisogno, oltre a limitare l’uso dell’impianto di illuminazione attraverso la copertura costruita con una membrana trasparente. Un materiale che permette alla luce solare di entrare praticamente da ogni angolazione.
Anche il sistema di recupero dell’acqua piovana dell’Allianz Riviera è intelligente: infatti è costruito in modo da usare la pioggia come fonte di irrigazione del manto erboso.
Un intero progetto che rientra nel “Piano Clima Energetico” della città di Nizza, con la sfida di raggiungere entro il 2020 il traguardo di 25.110 milioni Wattora da fonti rinnovabili. L’Allianz Riviera da sola ne raggiunge 1500 mwh all’anno.

Una visione di insieme

Il Nizza che negli ultimi anni di Ligue 1 ha frequentato la parte medio alta della classifica della massima serie francese, attraverso una visione d’insieme con Allianz, è impegnata a tracciare le basi di un futuro roseo, non necessariamente vincolato ai risultati raggiunti sul campo.
L’app Allianz Riviera Expérience Stade ha migliorato la vita dei tifosi all’interno di uno stadio all’avanguardia, integrato nel contesto sociale della città e pronto in ogni occasione a essere la location perfetta di una fan experience sempre più innovativa.
Nella prossima edizione del Social Football Summit ci sarà modo di parlare di queste tematiche e discutere insieme di innovazione e Fan Experience.

Johan Cruijff Arena

SMART STADIUM: il caso dell’Ajax e la Johan Cruijff Arena

L’idea di Smart Stadium è una visione che coinvolge ancora poche realtà professionistiche in Europa, nel mondo del calcio.

Lo Smart Stadium diventa un’arena digitale che prevede e soddisfa tutte le esigenze dei tifosi in termini di servizi. Si struttura su una progettualità completamente diversa dal modello tradizionale e deve “saper parlare” con la città in cui è costruito, anch’essa smart per servizi e sostenibilità. È importante infatti, nella progettazione di un moderno Smart Stadium, prendere seriamente in considerazione l’efficienza energetica dell’impianto e la sua capacità di interagire con il contesto cittadino di riferimento.

È proprio questa una delle caratteristiche che rende la Johan Cruijff Arena di Amsterdam uno dei modelli più interessanti.

La situazione nel calcio Europeo

Nell’idea di arena nella Sport Industry 4.0, cambia anche la visione classica che vuole lo stadio situato nella periferia della città. Lo stadio intelligente, come abbiamo potuto leggere, si integra e dialoga con la città, e diventa quasi cuore pulsante del centro urbano. Questo anche grazie all’esplosione urbanistica delle capitali europee che hanno allargato il proprio epicentro abitativo negli ultimi anni.

In questo senso diventano attinenti i gli esempi dell’Allianz Arena del Bayern Monaco, quello del Barcellona e del restyling del Camp Nou, del Real Madrid con un importante progetto alle spalle o del moderno stadio del Manchester City.

Se escludiamo l’esempio dei madrileni, in tutti i casi citati c’è di mezzo Arup, la multinazionale che lavora in 33 paesi grazie ai suoi 14mila dipendenti. La company sta introducendo in questi progetti il concetto di sport architecture e tecnologia integrata. Anche in Italia Arup sta seguendo o ha firmato dei progetti (ancora incompiuti) con Roma e Fiorentina.

Analizzando i progetti realizzati e futuri, con un occhio attento possiamo riordinare il concept di progettazione di uno Smart Stadium sotto 3 canoni essenziali: tecnologia, sostenibilità e accessibilità.

Lo Smart Stadium dell’Ajax

L’Ajax ha dimostrato più volte fuori dal campo (ma anche nel rettangolo verde) di basarsi su una vision che ama letteralmente il futuro.
Questo porta gli olandesi a trovarsi sempre per primi a cavalcare l’onda dell’innovazione metodica e tecnologica. Nella Football Industry 4.0 riconosciamo all’Ajax e la sua Johan Cruijff Arena lo status di “arena” più intelligente nel contesto calcistico europeo.

Una piccola digressione e qualche curiosità, per introdurci al meglio nel racconto di questo gioiello “smart”.

L’ex Amsterdam Arena, rinominata nell’agosto 2018, rappresenta il primo stadio europeo ad essersi dotato di tetto retrattile, sostenuti da due enormi pannelli che si possono aprire e chiudere in 18 minuti, grazie all’aiuto di 8 motori. Lo stadio dell’Ajax è anche il più grande dei Paesi Bassi, grazie alla capienza totale di 54.990 spettatori.

La tecnologia per migliorare le prestazioni e la fan experience

Johan Cruijff Arena

Attraverso la collaborazione di KPMG Olanda, l’Ajax ha delineato una proposta di creazione di un ecosistema digitale che sarà ultimata entro il 2020.

Grazie alla creazione di questo ecosistema, il club sarà capace tramite la tecnologia, di fornire indicazioni sui posti a sedere, sul traffico e altre informazioni sul match day ai propri tifosi, tutto con una velocità e precisione impressionante. Il club potrà monitorare le prestazioni della squadra e dei singoli giocatori durante la partita, la condizione del manto erboso, e tutte le attività dei tifosi, compreso il consumo di birra, tanto per dirne una. Senza dimenticare il perfezionamento totale dell’apparato di sicurezza.

Il sistema che sta dietro al monitoraggio dell’erbetta della Johan Cruijff Arena, ha addirittura ispirato la federazione di calcio olandese che a sua volta ha studiato l’Ajax per esportare la stessa tecnologia sui campi di allenamento della Nazionale maggiore. Con l’idea di estendere la cosa a tutti i campi della massima serie.

I sensori di questa tecnologia lavorano su 3 strati di profondità: man mano che l’erba viene tagliata, il tagliaerba esegue la scansione della superficie per quantificare il numero dei fili d’erba, misurare la crescita e identificare eventuali punti danneggiati.

Tutti questi dati sono mostrati su una dashboard al responsabile apposito alla manutenzione del campo da gioco.

Henk Van Raan, Chief Innovation Officer dell’Amsterdam Arena, non si fa problema a dichiarare che nel 2020 lo stadio dell’Ajax sarà il più tecnologico al mondo

L’innovazione energetica

Johan Cruijff Arena

È il pezzo forte della Johan Cruijff Arena.

L’ex Amsterdam Arena è stata costruita con finanziamenti privati ma anche pubblici. Per questo il c.d.a. non perde occasione per ribadire che è importante per loro restituire qualcosa indietro alla zona e ai cittadini.

Per questo, all’interno del parcheggio, sono presenti diverse batterie Nissan che accumulano energia che viene poi utilizzata per supportare la città nei momenti di maggior domanda di corrente. Il club sta continuando a sviluppare questo progetto, nel 2018 ad esempio, i pannelli solari dello stadio (4.200 in tutto) erano capaci di alimentare 7.000 abitazione per almeno un’ora. Una parte dell’energia accumulata ovviamente viene usata per poter concedere la carica alle macchine elettriche, mezzo che il club si augura diventi un must nei prossimi anni.

L’Ajax è anche uno di quei club che sta sfruttando lo stadio per implementare la tecnologia 5G con l’obiettivo di fungere da laboratorio per la programmazione di applicazioni di big data. Così le startup potranno sfruttare questo laboratorio per sperimentare le proprie innovazioni, e in caso di alto potenziale aggiungiamo noi, stabilire un canale di riferimento con il club per apportare ulteriore rinnovamenti.

È straordinario vedere come gli ajaciti coltivano l’amore per il futuro non solo sul campo.

L’Ajax è anche uno di quei club che sta sfruttando lo stadio per implementare la tecnologia 5G con l’obiettivo di fungere da laboratorio per la programmazione di applicazioni di big data. Così le startup potranno sfruttare questo laboratorio per sperimentare le proprie innovazioni, e in caso di alto potenziale aggiungiamo noi, stabilire un canale di riferimento con il club per apportare ulteriore rinnovamenti.

È straordinario vedere come gli ajaciti coltivano l’amore per il futuro non solo sul campo.

L’Ajax possiede uno stadio che fa da punto di riferimento nella Football Industry. Nella prossima edizione del Social Football Summit ci sarà modo di parlare di queste tematiche e discutere insieme di innovazione e Smart Stadium.

Richiedi l’accredito per la prossima edizione del Social Football Summit all’Olimpico di Roma qui.

Panel 5 - Social Football Summit 2018

Social media e notizie: le nuove frontiere del giornalismo

Tempestiva e credibile, continuamente aggiornata e supportata da fonti autorevoli. L’informazione al giorno d’oggi si muove in un reticolo complesso ed ampissimo ed impone agli esperti del settore di guardare alla professione giornalistica da una prospettiva completamente nuova: quella della rete e dei social media. Velocità e attendibilità, il connubio non è dei più semplici: in passato si correva sul posto dell’evento per essere i primi sulla notizia, oggi si corre virtualmente per documentare i fatti rigorosamente online.

Dai blog ai social il passaggio è stato brevissimo: siamo di fronte ad un giornalismo aumentato, quello dove il “postare” ha preso il posto del “raccontare”, quello che prevede un linguaggio rapido, sintetico e lascia parlare direttamente le immagini. Foto e video diventano narrazione anche se spesso il filo che separa l’informazione dalle cosiddette “fake news” è molto sottile. E allora come difendersi dalle bufale? Come smascherarle? E soprattutto come trattare una notizia nell’era del citizen journalism?

Al “Social Football Summit” del 22 novembre Luca Marchetti, giornalista di Sky Sport 24, approfondirà tutti questi temi nel corso del panel dedicato a “Giornalismo sportivo, citizen journalism e fake news”. L’accento sarà posto in particolare sull’evoluzione della professione giornalistica, sempre più aperta, partecipativa e “comunitaria”, e sul ruolo dei social network che hanno ormai capovolto lo stato delle cose, soprattutto nel mondo dell’informazione.